sabato 25 febbraio 2012

da Antonio Nardi


Caro Umberto,
ti ringrazio della bella lettera di apertura del tuo blog, al quale auguro ogni successo. Come ti ho detto stamattina, io non riesco, come te, a "sentire" la politica. L'unica cosa alla quale tengo è che sia preservata la liberal democrazia, proprio perché ti lascia vivere anche se non partecipi alla competizione. Capisco il tuo rammarico per le aggressioni, i trabocchetti, le slealtà. Più volte ho dovuto subire comportamenti sommamente sleali, che per un certo periodo hanno lasciato il segno. Poi il tempo, le difese che il carattere appronta e lo sconquasso cardiaco hanno riportato, difficile a credere ma è così, un quid di serenità, che cerco di preservare. Mi piaceva immergermi nel cosiddetto "dibattito politico", nazionale e locale. Ora me ne tengo alla larga. Politicamente sono un "orfano di Craxi", cioè un sopravvissuto che ha scelto di non partecipare più. Va di moda citare una canzone di Giorgio Gaber in cui è detto, fra l'altro, che libertà è partecipazione. Io sono dell'idea che libertà significa prima di tutto poter scegliere, anche, come nel mio caso, di stare alla finestra, di non partecipare.

Tuo
Antonio